A study that sheds light on the invisible: cardiovascular prevention in small Italian towns – interview with Prof. Alessandro Boccanelli

In this interview organised by the SHD Coalition Italian Chapter, Professor Alessandro Boccanelli, President of the Italian Society of Geriatric Cardiology (SICGe) and member of the SHD Coalition, shares insights from the PREVASC study, which unveils the hidden burden of valvular heart disease (VHD) among elderly populations in small Italian towns. Conducted across 10 rural municipalities, the study revealed that 94% of individuals aged 75 and above had some form of valvular defect—often without knowing it. Despite severe clinical findings, participants frequently reported feeling healthy, underscoring a striking gap between perceived and actual health status.

Prof. Boccanelli reflects on the systemic implications: the uniformity of cardiovascular risk across geographically diverse areas and the vulnerability of populations in rural settings due to sedentary lifestyles and limited access to health services. He stresses that while the resources for early detection and prevention exist—universities, pharmacies, nursing students—they remain underutilized, while community-based programmes offer replicable, low-cost models, using digital tools and local partnerships to identify at-risk individuals.

Looking ahead, Prof. Boccanelli advocates for the creation of a national cardiovascular screening strategy, integrated into Italy’s Community Health Houses (Case della Comunità). He calls for a cultural and institutional shift that places prevention at the heart of health policy, including public awareness campaigns and routine tests, akin to mammography or PSA screenings. He argues that Italy could lead by example at the European level, by embedding prevention into medical education and mobilising the university system through its “third mission.”

Prevention,” he concludes, “must become the backbone of cardiovascular care — because the heart remains the number one killer.”

Italian version below: 

In questa intervista organizzata dal Capitolo Italiano della SHD Coalition, il Professor Alessandro Boccanelli, Presidente della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe) e membro della SHD Coalition, condivide i risultati dello studio PREVASC, che fa luce sul peso nascosto delle malattie valvolari cardiache (VHD) tra la popolazione anziana residente nei piccoli centri italiani. Condotto in 10 comuni rurali, lo studio ha rivelato che il 94% delle persone con più di 75 anni presentava almeno una forma di difetto valvolare — spesso senza esserne consapevole. Nonostante i dati clinici allarmanti, i partecipanti dichiaravano frequentemente di sentirsi in buona salute, evidenziando un netto divario tra la percezione soggettiva e la reale condizione clinica.

Il Prof. Boccanelli riflette sulle implicazioni sistemiche: la sorprendente omogeneità del rischio cardiovascolare in territori geograficamente differenti e la vulnerabilità delle popolazioni rurali, dovuta a stili di vita sedentari e a un accesso limitato ai servizi sanitari. Sottolinea che, sebbene esistano risorse per la prevenzione e la diagnosi precoce — come università, farmacie, studenti di scienze infermieristiche — queste restano ancora ampiamente sottoutilizzate. I programmi di prevenzione a livello comunitario offrono invece modelli replicabili a basso costo, che impiegano strumenti digitali e partnership locali per individuare i soggetti a rischio.

Guardando al futuro, il Prof. Boccanelli auspica la creazione di una strategia nazionale di screening cardiovascolare, da integrare nelle Case della Comunità. Invita a un cambiamento culturale e istituzionale che metta la prevenzione al centro delle politiche sanitarie, attraverso campagne di sensibilizzazione e test di routine, analoghi alla mammografia o al PSA. Sostiene che l’Italia possa fare da apripista a livello europeo, incorporando la prevenzione nei percorsi formativi dei professionisti sanitari e mobilitando il sistema universitario attraverso la sua “terza missione”.

«La prevenzione» conclude, «deve diventare la colonna portante della cura cardiovascolare — perché il cuore resta il primo killer al mondo».

To read the full interview, please follow this link (Italian version included).